Pulcinella, il simbolo di Napoli con una storia secolare


La storia di Pulcinella: un personaggio iconico dell'arte e della commedia italiana

Pulcinella è da secoli il simbolo di Napoli. Un personaggio famoso nel panorama culturale italiano, noto per la sua maschera caratteristica e il suo comportamento comico. La sua storia affonda le radici nella tradizione teatrale dell'Italia meridionale. È apparsa per la prima volta nel 1300, quando il suo nome stava per “piccolo pulcino” ed era utilizzata per indicare una persona negligente e perditempo.


La sua maschera è infatti stata inventata ad Acerra dall'attore Silvio Fiorillo, nei primi decenni del Seicento. Il suo costume moderno, fu inventato nell'Ottocento dall'attore e drammaturgo Antonio Petito. Ma chi era realmente Pulcinella? Contadino semplice e astuto, Pulcinella incarna la plebe napoletana, l'uomo più semplice, quello che nella scala sociale occupa l’ultimo posto. Un uomo che - pur attraversando problemi e difficoltà - riesce sempre ad uscirne fuori con un sorriso.


Evoluzione di Pulcinella e il suo ruolo nella Commedia dell'Arte


Nel corso dei secoli, il personaggio di Pulcinella si è evoluto e adattato alle diverse forme teatrali e culturali. Durante il Rinascimento, divenne un personaggio principale delle commedie italiane e si diffuse in tutta Europa. Ad esempio, nella commedia dell'arte francese era conosciuto come Polichinelle o nella commedia inglese, come "Punch". Queste diverse interpretazioni mantenevano alcune caratteristiche comuni, come la sua goffaggine, il suo dialetto napoletano e il suo spirito scherzoso.


Noto per il suo senso dell'umorismo scaltro e la sua capacità di risolvere situazioni difficili, questo personaggio incarna l'essenza del "comico popolare", rappresentando il senso comune e la saggezza del popolo. Il suo stile di recitazione fisica e il suo uso di lazzi (battute comiche) lo resero una figura amatissima dal pubblico.


Al di là della Commedia dell'Arte, il personaggio di Pulcinella si è sviluppato autonomamente come marionetta nel teatro dei burattini, di cui è diventato l'emblema. Rappresentando l'identità del popolo napoletano e la sua tipica ironia, il personaggio è stato rappresentato in diverse forme artistiche, come il teatro, la letteratura, la musica e la pittura. La sua maschera distintiva è diventata un'icona riconoscibile a livello internazionale. Pulcinella ha influenzato anche artisti di fama mondiale, come Picasso e Stravinskij, che hanno incorporato il personaggio nelle loro opere.


Pulcinella nel presepe napoletano: una figura demoniaca


Pulcinella nel presepe napoletano, è figura non consueta ma esistente. Come spiega Canzanella in «Razzullo e la Sibilla», nei presepi è una figura demoniaca, lugubre, drammatica, collegata alla morte, contrapposta alla nascita divina. Infatti, sarebbe «rappresentante emblematico dell’animo popolare partenopeo, con i suoi vizi, le sue debolezze e le sue virtù, dal carattere decisamente ambivalente e capace di adattarsi alle diverse situazioni con mutevoli atteggiamenti e sentimenti» (cfr. C. Canzanella - Razzullo e la Sibilla. Il presepe: alle radici pagane della sacra rappresentazione).

La leggenda narra che alle Pendici del Vesuvio - luogo mistico e infernale, comunicazione tra il regno dei vivi e dei morti - nacque ad opera di streghe. L'abito bianco sembrerebbe avere un'accezione positiva perché associato a farina, gli abiti da sposa, i confetti, i garofani e le bare bianche. Il suo collegamento alla morte è dato proprio dalla sua maschera nera, simbolo di morte. Anche il biforcuto coppolone che richiama le corna del diavolo, il capo rasato e bernoccolato, evidenziano le sottolineano la sua collocazione demoniaca. 


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